Uno Turbo bara su 4 ruote

Tra il 1985 e il 1994, poche vetture hanno saputo lasciare un segno così profondo nell’immaginario collettivo quanto la Uno Turbo. Piccola nelle dimensioni, ma grande nelle emozioni, rappresentava il sogno sportivo a portata di mano: una hot hatch compatta e irriverente, capace di regalare brividi a ogni accelerata.

Il contesto storico in cui nacque la piccola torinese era quello di un’epoca in fermento, in cui l’introduzione del turbocompressore sembrava quasi una tecnologia aliena. La maggior parte delle auto in circolazione montava motori aspirati, calibrati per l’uso quotidiano. Ma il turbo rivoluzionò tutto: nacquero vetture esasperate, cattive, dal carattere deciso e prestazioni esaltanti.

Lanciata nel 1984, la Uno Turbo si inserì di prepotenza nel panorama delle piccole sportive europee, affiancandosi a rivali agguerrite come la Renault 5 GT Turbo e la Peugeot 205 GTI.

Il suo cuore pulsante era un 1.3 litri turbo da 8 valvole, capace di erogare 104 CV a 5750 giri/min e 147 Nm di coppia. Il cambio manuale a 5 rapporti contribuiva a sfruttare al meglio la spinta del turbo, regalando numeri da vera sportiva: 0-100 km/h in 8,3 secondi e 200 km/h di velocità massima. Valori incredibili per un’utilitaria di quegli anni.

L’assetto non era da meno: all’anteriore sospensioni McPherson, con bracci singoli oscillanti per una dinamica precisa; al posteriore, sospensioni longitudinali a braccio tirato (trailing arm), efficaci e robuste. Gli pneumatici 175/60 R13 erano montati su cerchi sportivi e serviti da freni a disco autoventilanti, a conferma di un’anima tutta votata alle performance.

Ne furono prodotte circa 50.000 unità, che si aggiungono ai ben 9 milioni di Uno con motorizzazioni più tranquille: numeri che raccontano non solo il successo del modello, ma anche il suo ruolo simbolico in un’epoca di passaggio, dove la sportività diventava democratica.

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Articolo creato con la collaborazione di Riccardo Curcio.

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