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Enzo Ferrari e le sue Mini Cooper, quando le leggende si incontrano


Il legame tra il mondo Mini e l’Italia è storico. 

Come non ricordare la gloriosa Innocenti Mini? Prodotta dalla casa italiana sotto licenza della British Motor Corporation (BMC) in circa 350.000 esemplari! 

Oppure la collaborazione (seppur fallimentare) nel 1966 tra la Cooper Car Company (la scuderia di F1 fondata da Charles Cooper e suo figlio John, campione del mondo nel 1959 e nel 1960) e la Maserati.

Vedasi anche la straordinaria pellicola Un colpo all’italiana diretta da Peter Collinson (1969) con  protagonista il leggendario Michael Caine, girata per le strade di Torino, nella quale un gruppo  di ladri inglesi organizza una rapina ai danni di un convoglio che trasporta i ricavi della FIAT,  sfrecciando per le vie della città a bordo di tre Mini Cooper.

Successivamente ricorderemo l’ottimo remake del 2003 diretto dal regista statunitense Gary Grey: The Italian Job, girato a Venezia, con un super cast composto da Mark Wahlberg, Jason Statham, Donald Sutherland, Edward Norton e la meravigliosa Charlize Theron.

Ed infine, ovviamente, la mitica Rover Mini The Italian Job edition del 1992, serie limitata  realizzata esclusivamente per il mercato inglese ed il mercato italiano! (1000 unità saranno destinate per tutto il Regno Unito e 750 per l’Italia).

Ma vi è un’altra storia che connette inesorabilmente, ancora una volta, il nostro Paese con la  Mini: è la storia che vede protagonisti il mitico Enzo Ferrari e la piccola vettura britannica.

Come fondatore del marchio automobilistico più prestigioso della storia, la maggior parte delle  persone penserebbe che Enzo Ferrari possedesse e guidasse solamente auto super veloci e super lussuose, come quelle da lui stesso realizzate. 

Tuttavia, sembra che Enzo Ferrari apprezzasse in modo particolare le Mini, ammirandone specialmente tutte le loro innovazioni tecniche ed estetiche! Essendo lui stesso un genio della meccanica, potrebbe, per esempio, aver trovato geniali molte delle caratteristiche introdotte dalla Mini classica.

Caratteristiche divenute ormai standard sulle autovetture moderne, come il motore di  traslazione salva-spazio o le sospensioni completamente indipendenti, ma su tutte, è certamente la trazione anteriore!

È stato accertato anche Ferrari apprezzasse particolarmente il fatto che anche un uomo  ragionevolmente alto (circa 1,87 m) potesse comunque entrare ed uscire facilmente dalla vettura.

E quando la Mini debuttò con una versione più sportiva, la Cooper, era solo questione di tempo prima che se ne procurasse una, anzi forse più di una.

Ora, il numero esatto di Mini possedute da Enzo Ferrari è piuttosto incerto.

Il leggendario John Cooper in persona, affermò in un'intervista, che 

"Enzo Ferrari possedeva tre diverse Cooper S in tre periodi diversi della sua vita, con cui andava sulle colline e se ne andava in giro quando si annoiava".


Una di quelle Mini, era la Cooper 1100 S, che in seguito avrebbe regalato a suo figlio Piero, dopo aver acquistato un’altra Mini, la Cooper 1300 S:

Ovvero la versione che avrebbe ottenuto lo status di leggenda dopo essersi laureata ben 3 volte (1964, 1965, 1967) campione del mondo a quella che all’epoca era la più importante competizione automobilistica al mondo: il Rally di Monte Carlo.

La macchina gli fu consegnata personalmente da Sir Alec Issigonis, il padre della Mini Classic.

Questa vettura (ovviamente di colore rosso) fu resa speciale appositamente per Ferrari, infatti fu modificata a suo piacimento: fendinebbia posizionati sotto i fari, cruscotto in radica di noce e sedili sportivi in pelle rossa.

Anche il motore dell'auto fu praticamente ri-preparato, aumentandone la sua velocità massima a 95 mph (circa 153 km/h).

Ma che fine fece poi la Mini di Enzo Ferrari dopo la sua morte?

Questa Mini sarebbe poi diventata proprietà di Giuseppe Navone (capo del team di test della Ferrari per le auto di serie), nonché vincitore della Mille Miglia del 1948 alla guida di unaFerrari 166 S.

Il binomio Enzo Ferrari-Mini Cooper entra di diritto nella storia dell’automobilismo, poiché vede l’incontro quasi mistico, tra quelle che, probabilmente, sono le due icone più grandi (cada una nel loro settore specifico) del mondo dell’automotive.


Articolo creato da Claudio Caroleo 👇

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e  curato dal punto di vista tecnico da universo motori. 👇


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